(fotografato ai Monti Aurunci-Lazio)


(fotografato a Grottaferrata - Lazio)
Arum italicum Mill.
GIGARO CHIARO


Araceae. Pianta perenne, rizomatosa o tuberosa, porta foglie sagittate più o meno macchiate di chiaro, che si sviluppano nel corso della stagione fredda; la spata, giallastra o appena arrossata, è di 25 cm, con spadice giallo. I frutti sono rossi, raccolti sull'asse. Fiorisce da marzo a maggio.
Comune nei fossi, boschi e loro margini, siepi, vigneti fino al piano collinare. Vive in quasi tutti gli habitat compresi tra i 0 ed i 1600m. l. m. Diffusa nell'Eupora sud-occidentale. VELENOSA.
E' velenosa in tutte le sue parti, infatti solo il contatto con la pelle può provocare dermatiti. Si sono verificati casi di avvelenamento mortale in bambini attratti dalle sue bacche rosse, anche se difficilmente vengono ingerite in grande quantità, poiché la loro masticazione crea immediato dolore alla bocca. Il componente velenoso è l'acido ossalico che però scompare dopo la cottura; infatti in tempi di carestia le popolazioni lo mangiavano previa cottura. Tutto il fiore ha un odore sgradevole, di putrefazione, motivo per cui attrae le mosche, utilizzate dalla pianta come agenti impollinatori. Sotto terra si trova un grosso rizoma, simile ad una patata, contenente amido.
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