(fotografata a Valle Ividoro - Gargano - Puglia)

Barlia robertiana (Loisel) Greuter-
ORCHIDE BRATTEOSA

Orchidaceae. Pianta alta da 20 a 80 cm, con due rizotuberi grossi, di forma ovoidale. Scapo robusto, verde chiaro, talvolta violetto nella parte apicale. Foglie inferiori lucide, ovate od ovato-lanceolate, verde-giallognole; le superiori più strette ed avvolgenti lo scapo. Infiorescenza molto ricca di fiori, inizialmente conica poi cilindrica a maturità. Brattee lanceolato acuminate, più lunghe dei fiori, le superiori progressivamente decrescenti, colore verdastro con sfumature violette. Fiori profumati, grandi, sepali ovati, petali verde chiaro con apice ricurvo verso il basso, labello trilobo di colore violaceo o bianco-violaceo e fauce biancastra; margine del labello tipicamente crenulato; sprone a forma di sacco, leggermente conico, ginostemio robusto con pollini di colore scuro. Fiorisce da gennaio a maggio.
La barlia è una delle prime orchidee a fiorire, molto appariscente, viene spesso raccolta come fiore reciso o con tutti i bulbi come pianta da vaso, per queso motivo è stata inserita tra le specie a rischio di estinzione.

DEPIGMENTAZIONE


(esemplare depigmentato- fotografato in Sardegna

Nel caso di mutazioni genetiche accidentali, del tutto casuali e spontanee, avviene qualche errore di percorso a carico dei geni responsabili della determinazione dei caratteri. Solo nel caso in cui tali mutazioni interessano le cellule germinali, quelle che daranno origine al polline ed alla cellula-uovo, i caratteri modificati vengono trasmessi agli individui delle nuove generazioni.
Tra i tanti effetti che le mutazioni possono produrre troviamo quelli conseguenti all'inibizione della sintesi dei pigmenti che determina la comparsa del fenomeno dell'albinismo. Si possono osservare fiori totalmente o parzialmente bianchi in seno ad una popolazione della stessa specie con individui normalmente colorati. Generalmente la mancanza di colori deve essere considerata un episodio negativo che il processo di selezione ambientale tende a scartare, in quanto poco attraente per adescare gli insetti e favorire la fecondazione incrociata, per cui in natura è raro il ritrovamento di un esemplare albino.

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