(fotografata al bosco del Lago di Nemi -Lazio)
Lathraea squamaria L.

Orobanchaceae. Pianta di 15-25 cm, viola pallido o rossastra con piccole foglie scagliformi di colore rossastro, senza clorofilla; fiori lunghi 10-15 mm, rossastri, in racemi con molti fiori rivolti verso la stessa direzione. Fiorisce febbraio - maggio
Boschi umidi lungo le sponde dei fiumi ed in burroni, bordo di siepi, parassita sulle radici di ontano, nocciolo, faggio, olmo e pioppo.
Quasi in tutta Europa (0- 1300 m)

Il nome generico ("Lathraea") deriva dalla parola greca "lathra" (= non visibile, nascosto) in quanto la maggior parte della pianta è "nascosta" sotto terra. L'epiteto specifico ("squamaria") è stato dato perché il suo fusto è ricoperto da squame (foglie e brattee di tipo squamiforme).
Queste piante rimangono sotto terra per la maggior parte del tempo, ed escono alla luce del sole solamente in primavera, per poco tempo, per la fioritura. Inoltre tra le cavità delle squame entrano e vivono piccolissimi animali che vengono poi assorbiti dalla pianta per mezzo di strutture protoplasmatiche (dei sottilissimi fili che avvolgono rapidamente l'animaletto e ne assorbono le sostanze molli). Il parassitismo si sviluppa fin dal seme, dal quale emergono delle radichette filiformi che aderiscono perfettamente alle radici ospiti affondando degli austori succhianti, dapprima sotto forma di bottoncini globosi e quindi di ventose a disco appiattito. A questo punto la pianta si sviluppa completamente.

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