(fotografato a Campaegli - Monti Simbruini-Lazio)

Lophiolepis eriophora (L.) Del Guacchio, Bureš, Iamonico & P.Caputo
Cardo scardaccio

Asteraceae. Pianta con fusto alto 50-150 cm, spesso ramoso, ragnateloso-lanoso.
Foglie pennato-fesse, scabre sulla pagina superiore per setole rigide e spinose, bianco-tomentose di sotto. Capolini fiorali globosi con fiori tubolosi di colore violetto-porporino. Involucro fiorale lungo 4-7 cm, densamente peloso per peli bianco-ragnatelosi. Brattee dell'involucro con spine patenti.Fiorisce da maggio a settembre
Pendii pietrosi, pascoli asciutti da 100 a 1800 m
Pirenei, Giura, Carpazi, Penisola Balcanica. Pianta di montagna europea.
L'antichitŕ del cardo viene attestata anche da antiche leggende che associano questo fiore al pastore siciliano Dafne, alla cui morte (grazie all'intervento di Pan e Diana), la Terra, piena di dolore, fece nascere una pianta piena di spine, il “cardo” appunto.E' da ricordare ancora che anche nelle tradizioni ariane il cardo era associato al dio Thor (dio della guerra e dei fulmini)
Il nome del genere (Cirsium) deriva dalla parola greca kirsos = varice; da questa radice deriva poi la denominazione Kirsion, un vocabolo che sembra servisse ad identificare una pianta usata per curare questo tipo di malattia.

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