(fotografata al Lago Albano - Lazio)


(fotografata a Cuccuru Su Corvu - Sardegna)
Rubia peregrina L.
ROBBIA SELVATICA


Rubiaceae. Suffruttice perenne sempreverde, scabro h. 30-120 cm munito di radici lunghe striscianti. I fusti con 4 angoli estremamente alati,di 1 -2 mm, sono legnosi e persistenti nella parte basale, nella parte superiore diffusi-rampicanti o sdraiati, tenaci e flessibili, provvisti di numerose ramificazioni che si aggrovigliano le une con le altre per la presenze sugli spigoli di brevi uncini ricurvi verso il basso.
Le foglie sono verticillate da 3-6(8),generalmente sessili, ad una sola nervatura, lanceolate,lucide,scabre, persistenti e coriacee, non caduche, corredate di aculei sui bordi e sulle nervature centrali.
Infiorescenza cimosa-panicolata,formata da densi grappoli ascellari, opposti, o terminali, peduncolati, provvisti di brattee lanceolate, che portano numerosi fiori, privi di calice e con una corolla rotata verde-giallastra, a tubo breve campanulato, con 4- 6 lobi ovati saldati alla base, che si restringono bruscamente all'apice con una punta aristata.
Fiori ermafroditi, 5 stami che si inseriscono sul tubo a filamenti brevi, antere quasi rotonde e stili 2 saldati un poco alla base, terminanti con una capocchia stimmatica.Il frutto è una drupa nera, lucida, liscia e carnosa dentro la quale si sviluppa un solo monocarpo globoso simile ad una bacca.Fiorisce marzo- giugno.
Specie termofila e calcifila,che cresce sia in pieno sole,sia a mezz'ombra, tipica della macchia mediterranea, habitat preferito laccete rade, quercete, pinete, su suoli da molto secchi a secchi, da 0 a 1000 m.
Il nome del genere "rubbia" deriva dal latino ruber = rosso per le proprietà tintorie delle sue radici, particolarmente la specie Rubia tinctorum L. che veniva coltivata per questi usi. Il nome specifico peregrina forse dal latino peragrare= percorrere, per =oltre, ager =campo, territori, nel senso di estendersi, di espandersi con facilità.

va a Rubus caesius

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