(fotografata al Monte Semprevina - Monti Lepini - Lazio)

Salvia officinalis L.


Lamiaceae . Erbacea perenne alta 20- 80 cm con fusti eretti o ascendenti, pubescenti e ramificati in alto, legnosa alla base, con forte odore aromatico. Le foglie sono oblungo-ovate, lungamente peduncolate, con rugosità reticolata, leggermente crenate, feltrose inferiormente.
Fiori viola in verticilli di 4-8 elementi, corolla lunga 17-25 mm, con labbro superiore eretto.Fiorisce febbraio- maggio
Prati poveri, luoghi aridi, steppe sassose, dal piano fino a 300 m di altitudine.
Caratteristica dell'Europa mediterranea, naturalizzata, coltivata come pianta medicinale e ornamentale.
La Salvia era conosciuta sin dall'antichità e pare che persino Cleopatra, la usasse per preparare filtri afrodisiaci. I Galli la consideravano una panacea, in grado di guarire tutti i mali. I druidi la usavano contro febbre, tosse, paralisi, epilessia, ma anche per favorire il concepimento e il conseguente parto. Le era attribuito anche il potere di resuscitare i morti ed entrava come ingrediente in numerosi incantesimi. Ippocrate ne consigliava l'uso nelle piaghe, gli egiziani la usavano per imbalsamare i morti. I romani la impiegavano per conservare la carne e credevano che rendesse immortali; la chiamavano” erba sacra” e le attribuivano capacità di curare il morso dei serpenti, a condizione che non fosse stata infettata dall'alito venefico dei rospi e per questo pensavano che potessero raccoglierla solo pochi fortunati, abbigliati in modo particolare e dopo avere fatto particolari sacrifici.
Si calcola che ogni anno l’Albania esporti S. officinalis per circa 20 milioni di Euro. Circa il 50% delle importazioni di questa pianta aromatica è diretto negli Stati Uniti.

va a Salvia pratensis

torna a S
torna all'indice